Di ombre e biblioteche: Borges e il Poema de los dones

di Laura Ragone

Nella Poesia dei doni, il grande autore argentino trae spunto dalla sua nomina a direttore della Biblioteca Nazionale Argentina quando era ormai diventato cieco per scrivere versi dove ritroviamo tanti dei protagonisti della sua produzione: la classicità, il doppio e -- ovviamente -- le biblioteche.

Marina Cvetaeva: un’esistenza senza spazio e tempo. L’inafferrabilità dell’essere.

di Marta Fabiani Sèma e sòma. Una dicotomia, per lo più banale, che irrora la cultura occidentale da circa duemila anni. Il corpo prigione dell’anima. Nel caso di Marina Cvetaeva (1892-1941), quest’idea assume forme e connotazioni differenti, si espande al punto tale da generare qualcosa di totalmente nuovo, che fa della poeta del Secolo d’argento un unicum. Non la banalizzazione del concetto ellenistico corpo-anima, e ancor meno un suicidio riducibile all’attributo ‘stoico’. Marina Cvetaeva incarna la Russia del Novecento nella maniera più cruda e brutale.

«Esistono ancora al mondo degli uomini che si sentono concittadini di tutti gli uomini»: il Viaggio in Italia di Simone Weil

di Serena Sapienza

In Europa, nel 1937, si respira polvere da sparo, rimbomba con sempre maggior frequenza il tuono della distruzione aerea, mentre a succedersi sono i presagi di conflitti ancor più severi, pronti a spazzare gli equilibri già precari dei continenti in frantumi. A quello stesso anno risale il primo soggiorno italiano di Simone Weil, intellettuale e filosofa francese, voce imprescindibile del Novecento europeo.